01 Il Sogno
02 L'Oltretorrente
03 Spalle al muro
04 Ad ogni passo
05 All Reds rugby Roma
06 Il testamento di Neri
07 Canzone di Gennaio
08 Anime di plastica
09 Sciarpe tese
10 L'Ultimo minuto di Gianna
11 Lettera a Genova
12 Vi Odio
13 Vecchio Amico
14 La Preghiera dei Banditi
01 Il Sogno
Quando l'angelo arrivò, il ragazzo ancora dormiva.
Non lo svegliò.
Si tolse le ali. Poi si distese, adagio, accanto al ragazzo.
Chiuse gli occhi, e in silenzio, ascoltò il sogno.
Il ragazzo sognava tanto forte che dagli occhi dell'angelo
uscirono due lacrime, di sangue.
Due lacrime rosse, che lentamente solcarono il viso dell'angelo.
Poi caddero a terra, senza far rumore.
Quando il ragazzo si svegliò,
trovò accanto a sè il sasso e la fionda.
Capì, in cuor suo, che quello che stava sorgendo
era il giorno buono.
Aprì la porta e un raggio di sole lo colpì,
dritto, in faccia.
Sentì allora un tepore dentro.
Quella calma che assomiglia alla forza.
Sorrise al sangue suo,
che sentì vivo sotto la pelle dell'anima.
E scalzo andò. Verso l'eternità.
02 L'Oltretorrente
Se anche stanotte durasse cent'anni
staremo svegli abbracciandoci al buio,
il nemico è alle porte della nostra città.
Se anche stanotte durasse cent'anni
staremo in piedi abbracciati ad un sogno
che ha una scritta sul volto: "Da qui non si passerà!".
L'orgoglio diventa un'arma
negli occhi dei bottegai,
si leva l'urlo di Parma:
"Non ci avrete mai!".
L'Oltretorrente non si arrende,
stringe i pugni e spara,
e sanguinando spera;
grida all'aurora che si accende
con voce fiera e viva:
"A Roma non si arriva!".
Se anche stanotte durasse cent'anni
resiste il sogno di un giorno di sole,
gloria riempi le strade della nostra città!
Se anche stanotte durasse cent'anni
sorrideremo inchiodati alla croce,
morte fatti da parte che passa la libertà!
L'amore diventa un'arma nel cuore dei bottegai,
ancora un urlo su Parma:
"Non ci avrete mai!".
03 Spalle al muro
Che strano sapore ha sulle labbra il sangue che lascia un pugno in faccia, sapore di sconfitta,
di una storia già scritta, del muro che non c'era e ora ti abbraccia.
Che strano sapore ha questa rabbia, il sapore amaro di una gabbia di ferro e di cemento,
ogni giorno è un lamento che mischia amore, odio, sangue e sabbia.
Chi ha sempre pianto piangerà finché vivrà, ieri senza case oggi senza libertà,
e chi ha taciuto tacerà senza pietà, sordo come sempre perché da sempre non sa
che non si può fermare il vento!
Con le spalle al muro, siamo con le spalle al muro.
Scriverai sul muro le parole che tenute dentro fanno male, l'inchiostro è il tuo dolore,
le scriverai col cuore e non potrà lavarle il temporale.
Sei parole scritte sul cemento, tanto grandi da sembrare cento, le puoi leggere adesso
e dicono a chi passa: "Il sole ci illumina lo stesso!".
Il tempo non cancellerà la dignità dagli occhi di un popolo che sogna libertà,
e chi ha taciuto fino a qua si sveglierà dal sonno della ragione e allora capirà
che non si può fermare il vento!
04 Ad ogni passo
Nella mano ho una matita che danza, scrive parole che non sa pronunciare,
le mette in ordine su un foglio che avanza per non farle scappare.
Prima del giorno in cui potrai camminare saprai già molto di quest'uomo normale,
delle sue braccia tese verso qualcosa che non riesce a toccare.
E riderai perché non sa raccontare tutte le storie che vorresti ascoltare:
non si ricorda come vanno a finire a da che punto iniziare.
Ma starà lì davanti a tutti i tuoi perché,
canterà le sue canzoni per farti addormentare.
Già il vento mi parla di noi,
mi porta la voce che avrai.
Di tempo ne avremo e ne avrai,
e ad ogni passo, ad ogni tuo passo, voltandoti mi troverai.
Strappando gioie ai miei giorni futuri vedrò il tuo viso quando avrai la mia età
e dentro al sogno non saprò rinunciare a volerti speciale.
Con la paura di aver poco da dire e la speranza che ti possa servire,
ti insegnerò che dietro ad ogni sconfitta c'e' un traguardo che aspetta,
e che non basterà una brutta caduta per farti scendere dalla bicicletta
perché è più forte chi ha imparato a rialzarsi di chi non cade mai…
Mi vedrai davanti a tutti i tuoi perché, canterò le mie canzoni per farti addormentare.
05 All Reds rugby Roma
Gladiatori in maglia biancorossa, sogni, sangue e cuore di un solo colore.
Spartaco corre verso la gloria, verso un'altra meta, verso la vittoria.
Lividi e sudore sono la nostra Storia.
All Reds Rugby Roma!
Sarà Stalingrado ogni battaglia sul prato,
conquista il terreno metro dopo metro e mai un passo indietro!
Polvere di terra dentro agli occhi, fango sulle mani, sangue sui ginocchi,
mischie dure come barricate, una vecchia canzone dalle gradinate:
"saremo sempre con voi!".
Lividi e sudore sono la nostra Storia.
All Reds Rugby Roma!
Sarà Stalingrado ogni battaglia sul prato,
conquista il terreno metro dopo metro e mai un passo indietro!
06 Il testamento di Neri
A Giuda che mi baciò in fronte prima di darmi il coltello nel petto,
di avere fatto un errore lascio l'eterno struggente sospetto.
Ai figli di una giustizia che ha sempre nascosto la mano del boia,
lascio l'amara incombenza di riconoscersi figli di troia.
Ai figli del vostro domani lascio la mia e non la vostra memoria,
che imparino la differenza che corre tra la menzogna e la Storia.
Al Lago e alla breva gelata lascio il ricordo di quel che son stato,
che l'acqua ha il sapore del sangue, lo stesso colore di un sogno annegato.
A un Dio che quando ho chiamato mi è apparso di spalle come chi è voltato,
lascio la stessa preghiera: quella di non esser dimenticato.
Auguro al fiore che veglia il guerriero mostrandosi a chi è di passaggio,
perché non possa sfiorire anni da dodici mesi di maggio.
A te che mi hai viaggiato accanto per essermi figlia, compagna ed amante,
lascio l'ingrata illusione di avere nostro un ultimo istante.
Se il perdono apre l'uscio del cielo, rinuncio ai Santi e mi tengo il rancore
per chi mi ha rubato l'onore, mi ha spento il respiro e mi ha tolto l'amore.
07 Canzone di Gennaio
A chi regali parole? Forse a quel triste malato di cuore…
o a Miché che si è sentito solo, tanto che dalla prigione uscì in volo.
Dimmi che voce ha dal vero quel suonatore ubriaco e sincero
che mai diede un solo pensiero non al denaro, all'amore né al cielo.
Avevi ragione tu quando mi cantavi che il diamante non ha il cuore,
avevi ragione tu quando mi cantavi che dal letame nasce sempre un fiore.
Da quando stai sulla collina niente è cambiato, tutto é come é stato prima,
c'è ancora gente che si proclama assolta, ma come una volta è sempre e per sempre coinvolta.
Lì chi vorresti incontrare? Forse Jamina lasciata per mare,
o la signorina anarchia nel suo tailleur grigio di nostalgia.
Chiedi se Dio ha sentito i versi del testamento di Tito,
se in Via del Campo c'è stato o se davvero l'amore è un peccato.
08 Anime di plastica
Lascia che ti dica che la vita l'ho capita ma che questo non mi serve a ridere:
niente è come quando pretendevo dall'età che avrei avuto buone novità.
Sono cresciuto, e crescendo ho pagato ogni vostra falsità.
Vi ho riconosciuto per quello che siete: anime di plastica.
Non credo più a niente che non sia il mio nome,
ora che sono finito nella bocca del leone
non credo più a niente che non sia il mio nome.
Vi ringrazio per avere fatto spazio nel mio cuore.
Spero che i giorni a venire parlino la lingua del rispetto e non della bugia,
mentre so per certo che ogni strada che farete non sarà la mia.
Sono tradito e deluso, ho capito che la fiducia è un merito
e che da merito va conquistata e non presa in prestito.
09 Sciarpe tese
Ti ricordi la tua vecchia sciarpa? Quanto caldo teneva!
Il primo coro imparato a memoria, la prima attesa vittoria…
Ora ti accorgi che non vedi niente che non somigli a un mercato,
sai quant'è inutile e vuoto il presente di chi ha venduto il passato…
E quanta voglia hai di non cantar più! E quanta rabbia hai nel cuore!
Eppure sai che non cambierai mai, il nostro orgoglio non muore! Noi siamo polvere di stelle.
Ti ricordi che freddo faceva? E noi con le torce accese…
Ti ricordi che pioggia scendeva? E noi con le sciarpe tese!
Annusa l'aria: non senti più niente che non sia odore di soldi,
sputa la rabbia negli occhi al presente di chi calpesta i ricordi!
10 L'Ultimo minuto di Gianna
Prima che fossi in difetto, per quanto consta a Vossia, di aver fatto del silenzio la mia sola compagnia,
avevo pelle bianca come il cielo di Natale e non lividi grandi e scuri come il temporale.
E' tanto evidente anche a chi non vuol capire che al mulo si dan botte solo se non vuol partire;
è così che han preso a calci questa donna silenziosa, fiera come una bandiera, fragile come una rosa.
Mi capirà Vossia se chiedo di fare veloce, perché attendere la morte è peggio che stare già in croce.
Che strana Primavera: i giorni passano al contrario, dopo il Venticinque Aprile torna il buio di Febbraio.
S'indurisce e secca come il pane di tre giorni, alla vista del potere, il cuore degli ingordi;
e perciò non mi stupisce che ignoriate il mio dolore, tenetevi la gloria se volete, io mi tengo l'amore.
11 Lettera a Genova
Genova che non hai più parole, toccami il cuore: senti che freddo che fa.
Genova che taci e ascolti il mare gridare il nome di un figlio vissuto a metà…
Saprò guarirti dai ricordi, ti porterò a braccia verso i nostri sogni.
Vedrai bruciare ancora la rabbia negli occhi di chi non vince mai,
uniti più d'allora ci sentirai marciare e se ci cercherai
dalla stessa parte ci ritroverai,
perché a perdere non ci si abitua mai.
Genova tradita e violentata, livida in volto, ferita senza pietà.
Genova, dov'è la verità? Chi l'ha venduta in cambio dell'impunità?
Ora non hai che ripartire: c'è un sogno che aspetta di farsi inseguire.
12 Vi Odio
Dalle latrine della Storia vedo riemergere frammenti di vergogna,
la gente che non ha memoria li guarda e tace mentre a me già manca l'aria.
Del vostro Impero senza gloria che cosa resta se non la nostra vittoria?
Vi odio.
Madre ignoranza è sempre incinta, porta nel grembo i figli dell'intolleranza,
non è un problema di coscienza: ogni razzismo è una questione di demenza,
è l'idiozia che avanza!
13 Vecchio Amico
Vecchio amico, riempiti il bicchiere
che troviamo un buon motivo per brindare,
deve ancora nascere chi ci farà tacere, la brigata ha ancora voglia di cantare.
Ho la bocca piena di parole,
troppa rabbia ancora da asciugare al sole:
fino a che avrò voce la userò per raccontare storie nate apposta per farmi gridare.
Il fuoco che ci scalda non si spegnerà,
il vento che ci spinge sempre soffierà,
la forza che ci muove non ci lascerà,
la voce della strada sempre griderà.
Vecchio amico che stringi tra i denti
le parole che non ti lasciano dire,
nelle pance piene di chi non ti vuole sentire troverai le tue ragioni per reagire.
Ho imparato a guardare lontano
anche a costo di inciampare sulla vita…
vada come vada, fino a che non è finita,
giocheremo insieme la nostra partita.
14 La Preghiera dei Banditi
Nati noi non fummo per esistere, ma dati al mondo per resistere con nuovi nomi al volto.
Si cambiò l'orgoglio in desiderio, le sconfitte in determinazione, il pianto in lacrime di piombo.
Così, nei dintorni dell'otto settembre, fummo pronti a fare a pugni con la vita…
Così, senza mai piegarci alla fatica, affrontammo una salita che non finiva mai.
Quando ribellarsi non assomigliava affatto al vanto di una sera ci scegliemmo la bandiera.
Signore dei banditi, oltre alla pelle non abbiamo altro da dare se non questa preghiera:
Fa' che i figli del nostro sacrificio portino nel cuore sangue e libertà…
Fa' che ancora tra cent'anni ci sarà chi curerà questa ferita che non guarisce mai.
Fa' che non sia mai una bugia
il nostro sangue sulla neve,
che non si chiami nostalgia
l'urlo delle camice nere.
E se cadremo fa' che un fiore, o una poesia,
nasca per farci compagnia.
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